Automobili solari: il futuro del trasporto su strada? Understand article

Tradotto da Lucia Morganti. Hai mai sognato un’auto che funziona senza carburante e senza inquinare? Mico Tatalovic analizza le automobili solari.

Il Solartaxi sulle montagne
della Cina meridionale

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concessa da Louis Palmer and
solartaxi.com

“Mi piacerebbe raccontarvi qualcosa sul primo giro del mondo in un veicolo che non utilizza carburante derivato dal petrolio: un’auto solare”, dice Louis Palmer, insegnante di matematica svizzero che ha fatto il giro del mondo con un’auto solare. Semplicemente per dimostrare una cosa: almeno in teoria, tutta l’energia necessaria a far funzionare le automobili potrebbe esser derivata dal Sole – senza alcun bisogno di inquinare con il petrolio.

Il Solartaxi, una vettura blu ed elegante, ha prodotto la maggior parte dell’energia con dei pannelli solari montati su un carrello. In un giorno nuvoloso, Palmer ha ricaricato la macchina usando il circuito elettrico, ma si è accertato che fosse energia elettrica pulita, prodotta dai pannelli solari installati sulla sua abitazione. È convinto che la tecnologia delle auto elettriche funzioni e che i pannelli solari siano in grado di alimentare tutti i nostri viaggi su strada. “Il sole non costa niente”, ripete.

Louis Palmer col suo
Solartaxi nella Monument
Valley in Arizona, USA

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concessa da Louis Palmer and
solartaxi.com

Palmer racconta che desiderava fare un viaggio del mondo su strada, per “ammirare le bellezze del pianeta”, sin da quando aveva undici anni, nel lontano 1982. Ma il suo insegnante l’aveva ammonito spiegandogli che un viaggio simile avrebbe danneggiato il pianeta – i gas inquinanti dai tubi di scappamento avrebbero aumentato l’inquinamento e il surriscaldamento globale di quello stesso mondo che egli era tanto desideroso di conoscere meglio. All’età di 14 anni, Palmer faceva progetti di un’auto solare ecologica; si immaginava che di lì a 20 anni tutti quanti avrebbero viaggiato su macchine elettriche ad energia solare. Con tutti i problemi causati dalle macchine a petrolio, come il riscaldamento globale, l’inquinamento dell’aria, le guerre per l’olio nero, era convinto che le auto elettriche avrebbero presto avuto la meglio.

Dopo 20 anni, nel 2004, Palmer prese una decisione: “Va bene, se non è ancora possibile comprare un’auto solare me la costruirò da solo. Ma poi mi resi conto che non sapevo da dove cominciare e non avevo i soldi per farlo”. Questi due problemi avrebbero scoraggiato una persona meno ottimista, ma non Palmer: “Pensai che se davvero si trattava di una buona idea avrei trovato qualcuno disposto ad aiutarmi”. Ed infatti lo trovò: più di 200 amici e svariate associazioni lo aiutarono a realizzare l’automobile con cui avrebbe attraversato 38 nazioni in 18 mesi, senza emettere anidride carbonica e usando soltanto l’energia pulita del Sole.

Ovviamente, per costruire l’auto e i pannelli solari serve energia e viene emessa anidride carbonica ma, una volta costruito, il Solartaxi di Palmer non ha più emesso anidride carbonica. Per questo Palmer è convinto che le vetture solari abbiano un ruolo importante nel rallentare il riscaldamento globale. C’è di più: tre anni dopo il suo giro del mondo, nel 2007, Palmer sta ancora utilizzando il Solartaxi come suo mezzo di trasporto personale, guidando con le stesse batterie, senza pagare una lira per il carburante o per eventuali riparazioni (non ce n’è stata nessuna).

L’auto Eco Racing
dell’Università di Cambridge

Immagine gentilmente
concessa da Cambridge
University Eco Racing

Nella progettazione e nella realizzazione del Solartaxi, Palmer è stato aiutato dagli studenti di quattro università svizzere. Un simile impegno degli studenti è stato essenziale per costruire le tante diverse auto da corsa solari che hanno partecipato al World Solar Challengew1 dal 1987. Più di 40 università hanno una squadra di auto solari che gareggia in quest’evento biennale tenuto in Australia. I vincitori del 2007 hanno viaggiato, in media, a velocità maggiori di 90 km/h, alimentandosi soltanto con il Sole e coprendo 3021 km, da Darwin ad Adelaide.

Corse analoghe si tengono anche da altre parti, per esempio l’American Solar Challengew2 (da Plano in Texas, negli USA, a Calgary in Canada, ogni due anni dal 2001) o la South African Solar Challengew3 (da Johannesburg a Pretoria passando per Città del Capo e Durban, dal 2008). Però, con tanti brillanti giovani ingegneri che progettano auto solari ormai da più di 20 anni, una domanda sorge spontanea: perché non vediamo mai automobili solari in vendita nelle concessionarie locali?

David Sims-Williams, un ingegnere dell’Università di Durham nel Regno Unito, e uno dei consulenti tecnici della squadra di auto solari dell’Università di Durham, un’altra squadra di macchine da corsa solari composta da laureandi ingegneri, ci dice che le auto da corsa solari “non sono da considerarsi dei prototipi di future vetture da strada”. Perché i piccoli pannelli solari sui loro tetti ce la facciano ad alimentarle, queste vetture solari devono essere estremamente leggere e aerodinamiche. Di conseguenza, la maggior parte delle auto da corsa solari hanno soltanto un sedile, ed assomigliano più a dei missili spaziali che a delle auto normali – sono costruite per vincere una gara, non per trasportare una famiglia con tutte le borse della spesa. Sebbene non possano essere pensate direttamente come normali veicoli di serie, in quanto realizzate per uno scopo ben diverso, queste auto sono comunque importanti per accrescere la consapevolezza della gente su questa tecnologia.

L’auto Eco Racing
dell’Università di Cambridge

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concessa da Cambridge
University Eco Racing

Attualmente sarebbe molto complicato alimentare vetture grandi o pesanti soltanto con dei pannelli solari sui tetti. I pannelli usati nelle macchine da corsa sono costosi e si danneggiano facilmente; per questo gran parte delle macchine solari in commercio finora utilizzano pannelli solari meno efficienti (ma più economici e meno delicati) che riescono ad alimentarle soltanto parzialmente, ad esempio fornendo l’energia che fa funzionare l’aria condizionata, come nella Toyota Prius ad energia solare, o nella Pininfarina BlueCar.

Eppure, continua Sims-Williams, la tecnologia sviluppata per le auto da corsa solari prima o poi si farà strada nel mondo dei motori. Tipicamente, infatti, le grandi case produttrici di automobili colgono la portata delle tecnologie sviluppate dalle squadre specializzate in auto solari e iniziano ad inserirle nelle auto di serie con un ritardo di circa 10 anni.

Chiunque ha parlato con Palmer in qualunque angolo del mondo sarebbe stato felicissimo di acquistare un’auto completamente solare, ma “prima di poter far arrivare questa tecnologia nel mercato il costo delle semplici auto elettriche non-solari deve diminuire”, dice Palmer. Perché questo avvenga c’è bisogno di investimenti più consistenti nella produzione di massa di auto elettriche, così da superare alcuni dei problemi associati. Come tutte le macchine elettriche, le auto solari necessitano di una batteria elettrica, che ha una durata limitata, specialmente quando il Sole non splende. Fino ad adesso, queste batterie sono piuttosto pesanti e costose da inserire nelle vetture – un limite che in passato ha tenuto lontani gli acquirenti dalle macchine elettriche (e quindi solari).

Il Solartaxi e Louis Palmer sul
circuito di Taupo in Nuova
Zelanda

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concessa da Louis Palmer and
solartaxi.com

Oggi, sebbene qualche auto solare, come il Solartaxi di Palmer, la Venturi Astrolabw4 dell’azienda francese Venturi, o l’UltraCommuterw5 australiana esistano, la grande maggioranza delle auto in circolazione non sono solari e nemmeno elettriche. Siamo appena agli inizi della commercializzazione della tecnologia delle auto solari. Ma allora la tecnologia dell’auto elettrica solare rivoluzionerà mai il nostro modo di guidare? Palmer dice che dipende da noi. Per lui, già l’ha fatto.

Mentre parliamo, Palmer si sta dedicando all’impresa di organizzare una corsa di auto elettriche – la Zero Emissions Racew6 – in cui squadre internazionali di ingegneri progettano auto alimentate da energie rinnovabili e in grado di correre ad alta velocità. Mentre andiamo in stampa, è previsto che la corsa inizi il 15 agosto 2010 e compia il giro del mondo in 80 giorni, terminando in Svizzera al punto di partenza, Ginevra.


Web References

Resources

  • Il sito web Suntrek ti dà la possibilità di ‘fare un viaggio nello spazio ed imparare tante cose sul Sole e sui suoi effetti sulla Terra’, con tanto di attività e progetti scolastici. Consulta: www.suntrek.org
  • ‘Formula Sun’ è un progetto per gli studenti delle scuole secondarie del Regno Unito. Esso consiste nella realizzazione di barche solari che gareggiano in una gara nazionale, all’interno delle iniziative ‘Engineering your future’: www.engineeringyourfuture.com
  • Solar-Active offre materiale didattico, workshop e corsi sullo sviluppo sostenibile, l’efficienza energetica e le tecnologie del rinnovabile, compreso il solare. Consulta: www.solar-active.com

Author(s)

Nato a Rijeka, in Croazia, Mico Tatalovic ha conseguito la laurea triennale in biologia all’Università di Oxford nel Regno Unito, e poi la laurea specialistica in zoologia all’Università di Cambridge. Lavorando per la rivista BlueSciw7 dell’Università di Cambridge, ha maturato una grande passione per la scrittura scientifica, e quindi ha frequentato un master in comunicazione della scienza all’Imperial College, a Londra. Attualmente è il vice direttore del giornale di SciDev.Net, la Rete di Scienza e Sviluppow8.

Review

L’energia rinnovabile costituisce un argomento importante, discusso in tutti i paesi europei; gli studenti ne sentono parlare non soltanto a scuola, ma anche nei mass media. L’argomento è particolarmente interessante per i giovani, e questo articolo potrebbe venire usato in ogni contesto che riguarda l’energia – non solo in fisica ma anche in discussioni interdisciplinari (ad esempio di fisica, chimica e scienze sociali). Poiché l’autore sottolinea come sia effettivamente possibile costruire ed utilizzare le auto solari, gli studenti potrebbero discutere il problema di immagazzinare e conservare l’energia per quando viene notte o quando il cielo è nuvoloso.

Alessandro Iscra, Italia

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